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E tu, l’hai trovata la felicità?

E tu, l’hai trovata la felicità?

Spesso un evento impattante quale un lutto o una perdita importante, porta le persone a prendere delle decisioni che sicuramente non avrebbero preso in altre circostanze. Spesso si decide di viaggiare o di dedicare più tempo alle cose che si ama fare. La pandemia da Covid-19 ha fatto questo ma anche molto altro negli italiani, portandoli a decidere di prendere nuove strade. Per molte persone questi eventi li hanno portati a focalizzarsi più su sé stessi e sulla propria salute prendendo così anche il coraggio di cambiare lavoro. 

Negli ultimi tempi si vedono sempre di più licenziamenti di massa soprattutto  in alcuni settori dove c’è una vasta scelta, quali quelli tecnologici o digitali che si stanno espandendo notevolmente ogni giorno sempre di più. Ci sono invece altre persone che invece che cambiare decidono di sperimentare nuove culture del lavoro, come Everli e Mondelez.

In questo contesto però ci sono alcune aziende che hanno deciso di non seguire i nuovi modelli dello smart working, e sono giunti ad essere considerati meno attrattivi nei confronti dei nuovi clienti, ma soprattutto sono giunti anche a non riuscire a trattenere in azienda i propri talenti. Un forte gap si rivela anche sul fronte della produttività dei lavoratori, che risultano essere molto più produttivi quando hanno la possibilità di lavorare anche da casa. 

La produttività cresce del 68% nelle realtà in cui i rapporti sono basati sull’empatia, ce lo dice una ricerca fatta su 478 aziende di diverse dimensioni. Anche fiducia nei propri manager e soddisfazione di chi lavora o collabora con questo tipo di aziende crescono, portando un aumento del +75% e +93%. Il 20% dei lavoratori invece vuole cambiare lavoro a causa della mancanza di relazione interna all’ambiente lavorativo. In presenza di gentilezza ed empatia invece il 57% degli intervistati afferma che è maggiormente produttivo e motivato a lavorare meglio. L’87% ritiene chedegli incentivi economici, laddove non vengono premiati anche dalle relazioni umane, non aumentino le performance del lavoratore. Alla base di un lavoro eccellente invece, il 95% dice che sia molto importante il rapporto con il proprio capo ed i propri colleghi.

Stanno inoltre prendendo piede nelle aziende più all’avanguardia che i Chief Happiness Officer o Manager della Felicità, delle figure professionali nello staff delle risorse umane con competenza in coaching che si occupano dello stato di benessere dei dipendenti e del loro livello di soddisfazione. Secondo una ricerca Paychex – Future Workplace, il 67% della generazione Z ritiene che questa impostazione sia il futuro.